nel primo anno di vita
(Alessandro Volta)
NASCITA | Che cosa é successo ? | |
PRIMI GIORNI | Dove sono ? | |
1°- 2° MESE | Ho fame, ma ho anche sonno | |
2°- 4° MESE | Voglio guardare | |
4°- 8° MESE | Fammi toccare | |
8°- 12° MESE | Devo andare |
Eravamo
al caldo , nell’acqua, con luci e suoni ovattati, nessuno che ci
tocca, senza respirare e senza dover mangiare; in pochi secondi ci
troviamo alla luce, al rumore, tra gente che urla e che ci afferra,
con la paura di cadere perchè non c’è più l’acqua che ci
sostiene, e poi la fatica di dover respirare e il sangue nel cuore
che cambia percorso per andare ai polmoni, il freddo ... per fortuna
nessuno ci aveva avvisato, ma soprattutto non avevamo scelta,
dovevamo saltare e siamo saltati ... nel mondo.
Dopo
alcune ore ci scopriamo lavati, asciugati, al caldo, toccati da
vestiti morbidi, e finalmente possiamo dormire e riprenderci dalla
fatica. A questo punto l’unica soddisfazione è quella di
essere lasciati in pace e ogni tanto di essere presi in braccio e
poter toccare e annusare la mamma da fuori (e anche se non è
possibile ancora vederla bene, è bello scoprire che è più bella
che da dentro). Dopo la faticaccia iniziale non abbiamo molto
appetito, però succhiare è una cosa veramente piacevole e il latte
della mamma, anche se poco, è pur sempre un pezzo di lei.
Passati
i primi giorni, per le prime due o tre settimane di vita, dobbiamo
soltanto mangiare e dormire; non dormiamo molto bene, perchè spesso
non siamo né veramente svegli né veramente addormentati, e poi non
vediamo chiaro e i rumori improvvisi ci danno fastidio, però è
bello essere cullati e sgambettare dopo il bagno. Cominciamo a
capire quando siamo in braccio alla mamma e a riconoscere la sua
voce, però è ancora presto per capire cos’è il mondo fuori di
noi o capire quando è giorno e quando è notte o distinguere la
nostra mano da quella della mamma.
Dopo
il primo mese riusciamo a vedere qualcosa in più della semplice
luce; siamo molto interessati dalle macchie di colore rosso o
arancione e se vogliamo possiamo anche iniziare una specie di
conversazione con le foglie degli alberi mosse dal vento (bisogna
che i grandi capiscano che in casa stando sdraiati si vede solo il
soffitto; è come essere in prigione). Tra i due e i tre mesi
diventiamo capaci di girarci verso le voci interessanti e
riusciamo a fissare gli oggetti, anche se non vediamo bene né i
rilievi né la profondità. La cosa più bella di questo periodo è
imitare il sorriso della mamma, la cosa buffa è che lei pensa di
imitare il nostro e così facciamo a gara a chi comincia per primo (è
necessario avere molto tempo libero).
A
3-4 mesi molti di noi dormono meglio, però quando non dormiamo
vogliamo stare svegli senza annoiarci e pertanto ci piace essere
portati in giro per vedere e scoprire più cose possibili.
Vogliamo stare in braccio non perchè siamo dei bambini viziati, ma
per poter vedere finalmente com’è questo mondo tutto nuovo;
quando sapremo camminare andremo ad esplorare da soli.
In
questo periodo è bello prendere un ritmo con la mamma e il papà e
mantenerlo per goderselo; tutti i giorni è bello uscire (anche
sempre negli stessi posti, c’è molto da scoprire e poi ci
sentiamo più sicuri), è bello fare il bagno e poi tutti nudi stare
a sgambettare, ma la cosa più bella rimane ancora mangiare
succhiando, la novità è che adesso dopo mangiato ascolto la mamma
che mi parla e provo a risponderle. Invece non è piacevole
stare nella confusione o vedere delle persone sconosciute o cambiare
troppo i ritmi quotidiani.
Superato
il quarto mese scopriamo che quello che si vede può anche essere
toccato e afferrato; capiamo che per conoscere veramente dobbiamo
toccare ed eventualmente anche assaggiare, scopriamo che si può far
cadere un giocattolo e che lanciarlo è ancora più divertente.
I
grandi devono sapere che all’incirca tra i 6 e gli 8 mesi
diventiamo più coscienti e consapevoli, cominciamo a sviluppare
carattere e personalità, e soprattutto capiamo che la mamma non è
un pezzo di noi e così cominciamo ad amarla come persona. In questo
periodo, maggiormente che nelle altre fasi della vita, abbiamo
bisogno di essere amati (e se non ci può essere la mamma, va bene
qualunque altra persona ma che sia buona, paziente e sempre la
stessa); qualche studioso ha scoperto che se siamo amati, oltre ad
essere felici, risultiamo sia stimolati che rassicurati, al punto da
diventare coraggiosi e audaci per progredire velocemente verso le
successive fasi di sviluppo.
A
questa età dobbiamo subire un piccolo tradimento, ci tolgono in
parte il piacere di succhiare e ci obbligano a mangiare strane cose
tramite un buffo attrezzo; lo svezzamento è una fase delicata,
occorre pazienza e gradualità per evitare di condizionare per gli
anni futuri il rapporto con il cibo. Per noi è importante che
questa fase sia gestita dalla mamma, altrimenti il “tradimento”
diventa doppio.
Tra
tutte le tappe di sviluppo questa tra i 6 e gli 8 mesi è quella
nella quale facciamo maggiori progressi perchè con la manipolazione
diventiamo capaci di conoscere; è in questa fase che comincia ad
emergere e manifestarsi l’intelligenza e pertanto è importante
che ognuno di noi possa vivere in un ambiente stimolante
(attenzione! non ci servono stimoli precisi e finalizzati che
rischiano di essere inadatti, è l’ambiente in cui viviamo che
deve contenere tutti gli stimoli che ci servono e che da soli
sapremo trovare).
In
questo periodo è fondamentale che qualcuno ci parli (capiamo molto
di più di quello che la nostra capacità verbale di risposta faccia
immaginare); oltre ad essere portati in giro è utile che ci lascino
giocare per terra sopra un tappeto o un materassino con attorno
oggetti e giochi adatti alla nostra età.
Dopo
gli 8 mesi fino circa all’anno impariamo a muoverci, prima
gattonando o strisciando e poi camminando. Nessuno può
insegnarci a camminare, impariamo da soli ognuno quando vuole tra i
10 e i 18 mesi. Per allenarsi il metodo più efficace è che
ci lascino spingere il passeggino o, in casa, che ci lascino
spingere una sedia (per poi provare ad arrampicarci sopra).
E’
inutile che il papà e la mamma si preoccupino troppo
dell’inizio della deambulazione, non è questa la tappa più
importante del nostro sviluppo (ciò che dal punto di vista motorio
ci caratterizza maggiormente dagli altri animali è la pinza che
riusciamo a fare tra il pollice e l’indice che ci permette
manipolazioni fini; la stazione eretta ci serve proprio per
avere le mani libere).
In
questa fase di sviluppo l’intelligenza si esprime nella capacità
di conoscere, riconoscere, cercare e ricordare gli oggetti e le
persone; solo adesso riusciamo a capire che la mamma esiste anche
quando non la vediamo e che un gioco esiste anche se nascosto sotto
il tappeto.
A
questa età la nostra vista e la nostra mano sono al servizio della
nostra mente, i meccanismi del ragionamento si formano ora;
qualitativamente è in questo momento della vita che abbiamo il
maggior sviluppo intellettivo (dopo l’anno il nostro peso è circa
1/10 di quello di un adulto, ma il peso del nostro cervello è già
il 75% di quello che avremo da grandi).
A
questa età abbiamo ancora bisogno delle nostre abitudini e dei
nostri riti rimanendo nel nostro ambiente abituale, nello stesso
tempo però abbiamo una voglia irresistibile di provare e
sperimentare cose nuove e difficili (questa è la molla
dell’evoluzione senza la quale non sarebbe possibile nessun
progresso e nessuna civiltà); per risolvere questo contrasto c’è
una sola possibilità, abbiamo bisogno di provare e sperimentare
avendo vicino la mamma o il papà (o qualche altro adulto gentile)
che ci lasciano fare ma che intervengono subito se le cose si
mettono male.
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